UN NOUVEAU PETIT TRAIN DE PLAISIR

Rossini, dopo il 1855, anno del suo definitivo trasferimento a Parigi, componeva molto per pianoforte e accoglieva nel suo salotto i grandi interpreti del momento. I Péchés de vieillesse sono pezzi pianistici quasi totalmente privi di virtuosismo strumentale ma geniali nella felicità delle trovate musicali e nell’ironia caricaturale.

Si suppone che alcuni di questi brani siano stati lasciati incautamente incustoditi da Rossini e siano stati oggetto di curiosità da parte di Liszt e Moscheles: due assidui frequentatori del suo salotto.

La lettura dell’opera, attraverso lo sfoggio virtuosistico funambolico e la bravura improvvisativa dei due celebri pianisti immaginato da Azio Corghi, svela la vera natura dei Péchés de vieillesse, la bellezza delle linee melodiche insieme ad un inconsueto gusto armonico e giunge ad esaltare le componenti  acustiche  uscendo gradualmente dal campo delle frequenze “temperate”, fino a raggiungere le fonti più disparate del suono indeterminato con un riferimento chiaro all’intervento jazzistico.

Dal treno in corsa affiora, di volta in volta, la successione di brani interi o frammentati,

parallelamente al ripresentarsi delle sezioni de Un Petit train de plaisir, quasi fosse un Rondò.

….un nouveau petit train de plaisir, trascrizione “pirotecnica”, è un omaggio ad Azio Corghi. Risolutamente giovane e innovativa questa creazione rivisita Un petit train de plaisir (originariamente scritto per due pianoforti e percussioni), mantenendone le caratteristiche dell’opera brillante, scherzosa e virtuosa dell’accattivante compositore, che ha lasciato il segno nella creazione musicale contemporanea.

Resta da aggiungere, infine, che la componente gestuale dell’interpretazione musicale, in certi casi volutamente evidenziata, chiama direttamente in causa il gesto coreografico e con esso interferisce, interagendo con il testo vivace e divertente di Guido Barbieri.