Uno spettacolo di fantasia, un segno di speranza. Il respiro fresco di un mattino d’inverno.
“Mi chiamo Nuvolo sempre anche quando sono di buon umore come oggi
che si può dire che sono sereno.”
Bustric dà vita a Nuvolo, un personaggio che viene da lontano. Il suo compito è girare le pagine alle due pianiste. Così facendo si distrae, si lascia coinvolgere dalla musica, e finisce per lasciare la dimensione della realtà ed entrare in quella delle emozioni.
Trasportato dalle note, Nuvolo interpreta, segue, anticipa il fluire del discorso musicale che si trasforma per suo tramite in parola ed azione, suono e silenzio.
La musica avvolge Nuvolo come una lingua sconosciuta, non costretta dall’obbligo del significato diviene pensiero libero, materia plasmabile per un gioco continuo di immaginazione e reinterpretazione.
La purezza delle sue parole e la semplicità dei suoi gesti aprono le porte del sentire. Il pubblico piano piano lascia che la musica entri nel proprio animo, per sentire il fluire della vita e dimenticare il senso del tempo.
Innamorato delle sue pianiste e del loro canto, non svelerà mai il suo amore che vive nelle mille attenzioni e invenzioni che la loro musica fa nascere in lui.
Nuvolo ci dona un’esperienza profonda e completa del sentire, ricordando a ognuno di noi l’intima essenza dell’arte, quella di ritrovare noi stessi.
Bustric